In un altro articolo, abbiamo parlato dell’inaugurazione, sabato scorso, 22 giugno, della prima mostra in Italia dell’artista cinese Zhang Shao Xia, ma dobbiamo ritornarci per il valore che sta assumendo questo evento in corso di svolgimento al Museo Bellini, di Lungarno Soderini, fino a sabato 29 giugno, non solo per essere come detto, la prima personale nel nostro Paese di questo importante pittore, di fama internazionale, ma per essere diventata letteralmente un ponte tra le culture artistiche occidentali e quella cinese. Tra i promotori della mostra, infatti, figura Milot, nome d’arte di Alfred Mirashi, pittore e scultore albanese, ma di fatto fiorentino, visto che vive da decenni, ormai nella nostra città. Milot, è da sempre interessato a creare rapporti fra le varie culture artistiche, probabilmente per la sua esperienza personale di migrante, oggi di successo a livello internazionale, con le sue Chiavi monumentali, scolpite in acciaio corten, che ormai decorano in pianta stabile, molte piazze italiane ed europee, l’ultima delle quali raffigurata nella foto seguente, fa bella mostra di sè a Shkodra (Scutari) nel suo Paese di origine, l’Albania.
Grazie ai suoi rapporti con la Cina, dunque Milot, che dal 2020 è direttore del DODO Art Museum di Pechino, è riuscito a portare in Italia e soprattutto nel territorio fiorentino, che ha scelto come patria d’adozione, svariati artisti cinesi con mostre importanti, come quella del 2019 del maestro Wu Weishan, al Museo Leonardiano di Vinci, all’entrata del quale è ancora visibile l’opera intitolata: “Dialogo oltre il tempo e lo spazio” raffigurata nella foto seguente, composta da due sculture affiancate, che ritraggono Leonardo da Vinci ed il pittore cinese Qi Bai Shi (1864-1957) considerato il padre della pittura moderna del Paese del Dragone ed il cui stile viene definito come “intimismo naturalistico.”
Ma tornando alla mostra in corso di svolgimento al Museo Bellini, Proprio per sottolineare il valore della stessa come ponte tra le culture, Milot, nei giorni scorsi, ha improvvisato una sessione di disegno dal vivo realizzando su una copia del catalogo delle opere del maestro Zhang Shao Xia, firmandolo con una chiave, simbolo, del suo impegno per lo scambio interculturale, un ritratto di quest’ultimo che lo ha ricambiato con lo stesso gesto a parti invertite. Ai due ritratti si riferiscono le foto seguenti.
Ci fa piacere che questo ponte tra due culture artistiche così diverse, sia stato realizzato proprio a Firenze che si conferma così, città di pace, attraverso la cultura, dimostrando che quest’ultima, è più efficace della diplomazia e della politica, che spesso, anzi diremmo quasi sempre, dividono anzichè unire e questo crediamo sia il motivo della crisi delle democrazie e della disaffezione dei loro Cittadini verso il voto.
Luca Monti